Gli articoli sulla rivelazione della Afasia di Bruce Willis si sprecano, come al solito l’informazione è parziale ma questa mattina scopro che almeno in tre casi il messaggio è disastroso!
Abilismo e pietismo, nonche’ deresponsabilizzazione della società e del mercato del lavoro.
Cominciamo dall’Articolo del Messaggero: “L’eroe sconfitto dalla malattia”. Siamo in pieno modello di Tragedia personale, e tutte informazioni sbagliate:
- si usa la parola “eroe” per rendere il contrasto con la sconfitta ancora più cocente. Ma Bruce Willis è un attore, non un eroe
- l’Afasia non è una malattia, mentre lo sono eventualmente l’Ictus o la Demenza che lo hanno colpito (propendo più per quest’ultima) e comunque neanche queste sono sconfitte
- l’Afasia non è una sconfitta! E’ un esito, di qualcosa che è avvenuto e certo comporta una ridefinizione più o meno marcata di un precedente modo di vivere. Non è tutto, non ingoia la vita della persona per sempre. C’è molto da fare per riconquistare la Qualità della Vita!
Semmai la sconfitta è della Società che non è in grado di includere e coinvolgere a pieno titolo persone che non parlano più in modo ortodosso, veloce, preciso…che non mostra flessibilità nella gestione di percorsi lavorativi modificabili e adattabili al problema comunicativo ne’ interesse a studiare innovazioni.
L’apoteosi la si raggiunge con Libero:
“Bruce non ce la fa più”. “Attività cognitive compromesse” (che per la gente comune significa che non vale più come essere umano!). “La logopedia non può dare eccessive speranza a un uomo di più di settant’anni” (qui c’è anche discriminazione in base all’età, dunque Ageism). Per finire con un terribile “una malattia che se prende male può condurre alla demenza“.
Quest’ultima informazione, è COMPLETAMENTE SBAGLIATA e PERICOLOSISSIMA nella disinformazione che fa circolare.
Quando scrivono che “la vita gli ha voluto tirare una brutta imboscata, e gli fa perdere il lavoro, la parola, l’udito (????) e magari anche l’intelletto (??????)” distruggono ogni tentativo di chi si batte per restituire alla Società la responsabilità circa il fatto che se perdi il lavoro perché hai una afasia non è colpa della vita beffarda ma della Società che non prevede spazi per chi non è “performante” secondo gli usuali canoni.
Se perdi il lavoro perché hai l’afasia sono il mondo del lavoro e la società ad essere sbagliati (non inclusivi) e non tu!
E che dire della Stampa che pubblica un testo assurdo “L’afasia, malattia neurologica che può avere origine traumatica o ereditaria, definita anche demenza fronto-temporale” !!!!!!
Si scambia il Disturbo con una delle cause possibili di afasia (Afasia Progressiva Primaria) facendo una enorme confusione che cavalca il messaggio drammatico già presente nel testo “Non potrà più recitare”.
A freddo, ma è difficile dato che in questo momento sono furente devo pensare che chi ha scritto gli articoli ha improvvisato leggiucchiando qua e la’ su Internet con la lucidità e la grazia di un elefante. O forse nNon siamo abbastanza chiari/e quando diffondiamo informazioni ?
Io ci provo ogni giorno, ma la lotta all’abilismo è davvero un’impresa in una società così portata alla superficialità e discriminazione più o meno in consapevole (Alessandra Tinti, Cerchi di Cura)
Grazie per le sue parole così importanti, di forte competenza e conforto ancor più per chi ha una persona cara con questo esito .