Mariela Astudillo è una collega Logopedista laureatasi in Belgio presso l’Haute École de la ville de Liège (HEL Hazinelle), Liegi, Belgio. Ha perfezionato un metodo sulla Femminilizzazione della voce che propone in inglese, spagnolo e italiano.
Nel suo blog affronta un tema interessante, recentemente sempre più discusso e cioè se la voce ha un genere o no.
“La voce ha davvero un genere? La verità è che si parla sempre di femminilizzazione della voce ma quando ci fermiamo a pensarci, la voce stessa non ha genere. La voce è un “suono”, una “parola”, una “qualità”, una “facoltà”, ma in nessun momento è definita come un elemento capace di distinguere un genere da un altro. Gli esperti parlano da molti anni di femminilizzazione della voce, anche Femivoz propone sessioni di femminilizzazione della voce , ma siamo molto consapevoli che in realtà la voce non può essere femminilizzata poiché la voce è un suono e un suono non può essere femminilizzato o mascolinizzato”.
Questo ci porta a un dibattito molto interessante su quali siano realmente gli elementi che vengono femminilizzati durante il trattamento di femminilizzazione della voce .
Infatti, quando analizziamo da vicino il Metodo Astudillo , vediamo che si basa su un lavoro a due vie, la via muscolare e la via prosodica. Gli elementi specifici che influenzano la percezione del discorso del paziente dal suo ambiente includono elementi acustici, prosodici, muscolari, espressivi e melodici. C’è più enfasi sulla pratica del linguaggio, sulla comunicazione e sull’espressione. Ecco perché lavoriamo sull’espressività facciale, la mimica, la gestualità, la sfera non verbale, così come sulla melodia, l’articolazione e il ritmo. Non ci concentriamo semplicemente sulla voce in sé. Non ci affidiamo alla sua acutezza o grevità. Non cerchiamo una voce statica che non cambia. Al contrario, cerchiamo di far si che la persona raggiunga una voce che sia mutevole, adattabile, che l’accompagni in ogni momento che vive, che sia fedele a tutte le sue emozioni, e non la tradisca.
SI, IL SUONO NON HA GENERE!
Dobbiamo cominciare a demistificare LA VOCE.
Ciò che ci fa assegnare un aggettivo di un genere o di un altro quando parliamo non è SUONO ma FORMA! Ecco perché è così importante rivolgersi ai professionisti giusti, perché la chirurgia influisce solo sul suono . In logopedia funziona tutto ciò che ti permette di sentirti femminile e naturale.
Molti di coloro che si rivolgono a Femivoz, sono terrorizzati dalla propria. La odiano, sembra loro orribile, mascolina e brutta. Usano per descriverla, tutta una serie di aggettivi negativi che creano frustrazione quando, in realtà, se ci pensiamo bene, ciò che odiamo non è la nostra voce, ma quel modo di parlare che abbiamo imparato fin dall’infanzia, imitando in certi casi un modello di comunicazione “maschile” fin da subito. Detto ciò, è facile disimparare una meccanica quanto reimpararne un’altra.
Secondo la Astudillo, dunque occorre “disimparare un modo di parlare maschile per imparare un modo di parlare femminile.
“Non si tratta di anatomia, abilità o genere, ma di lavoro, disciplina e formazione. Se vuoi parlare in un modo più femminile, devi impararlo, imparare un nuovo modo di parlare, un nuovo modo di esprimerti, un nuovo modo di usare le parole, il ritmo e l’intensità. Non appena ti viene insegnato a cambiare il tuo modo di parlare, puoi anche personalizzarlo e trovare quella femminilità che stai cercando”